Tu sei qui:

WELFARE QUESTIONE MORALE

La questione morale: come è giusto impiegare il cavallo nello sport?

Di Angelo Telatin

Le moderne teorie dell’apprendimento del cavallo ci impongono cambiamenti inevitabili per stare al passo con i tempi.
Relazione uomo-cavallo. Parole che hanno un peso, rappresentate da diverse scuole di pensiero ma tutte con il medesimo fil rouge: costruire una relazione che esclude completamente i metodi coercitivi a favore di un rapporto fondato sull’ascolto, sulla conoscenza etologica che sfocia in una comunicazione fondata sul rispetto reciproco.
Certo è che abbiamo oggi tutti gli strumenti scientifici e le conoscenze per garantire una coesistenza in armonia tra cavallo e cavaliere.
Si parte dalla base per arrivare in cima. Istruzione, formazione, non solo riferite alla tecnica equestre ma ancor più alla conoscenza dell’animale cavallo e ai principi che regolano la sua vita in natura.
Tutti dobbiamo essere artefici, sostenitori e attori del cambiamento.
Iniziamo da tutto ciò che di straordinariamente bello c’è negli sport equestri.
Ne sono testimonianza tutti, e sono tanti, gli ottimi esempi da seguire: cavalieri, groom, addestratori, istruttori, personalità, uomini di cavalli in generale che, a prescindere dalla disciplina che fanno o del metodo che rappresentano, sanno ‘come si deve fare’ per un’equitazione ma consapevole.
Potremmo fare un elenco di nomi… ma per fortuna, sarebbe troppo lungo.
C’è la seria necessità di un approccio equilibrato allo sport, un bel po’ di buon senso e, naturalmente, tanta vera gente di cavalli.